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Il caffè
elaborato

La
definizione

Secondo la metodologia Sapiens, i prodotti elaborati sono il risultato di trasformazioni dell'uomo e dell'industria, e possono essere acquistati e venduti sul mercato.

Sono definiti prodotti elaborati:
—Il caffè verde confezionato, che ha subito un processo di fermentazione o essiccatura naturale a seconda della tipologia di beneficio utilizzata
—Il caffè tostato (eventualmente macinato o reso solubile) e infine confezionato.

Portafiltro macchina espresso da bar, caffè macinato e in grani Chicchi di caffè crudo su rete
Il frutto della Coffea visto da vicino

Dal frutto
al chicco
verde

Dal frutto
al chicco
verde

Lavorazioni e metodi

L’insieme delle fasi dell’elaborazione del caffè dopo la raccolta e dopo il trasporto nei locali dove viene processato, è noto come beneficio. Queste elaborazioni trasformano il caffè da frutto intero (prodotto non elaborato) al chicco di caffè verde asciugato. Se ulteriormente elaborato (tostato), il chicco è da considerarsi un’elaborazione intermedia. Una volta che lo stesso viene invece confezionato per la spedizione o la vendita diviene un prodotto elaborato.

Definizione di beneficio

Il “beneficio” è l’insieme delle operazioni necessarie per trasformare il frutto del caffè in chicco verde secco.

Definizione di beneficio

Il “beneficio” è l’insieme delle operazioni necessarie per trasformare il frutto del caffè in chicco verde secco.

La fermentazione

Esistono due principali tipologie di fermentazione del caffè: la fermentazione umida e la fermentazione secca. I chicchi o i frutti sono depositati in vasche di fermentazione (in cemento o acciaio inossidabile) per il processo secco, dove vengono lasciati per un determinato periodo di tempo. La differenza tra i due metodi consiste nell’aggiunta di acqua nel metodo umido, che aiuta a prolungare il tempo di fermentazione.

Definizione di fermentazione

La “fermentazione” si può definire come l’insieme dei processi biochimici di metabolizzazione di una sostanza organica per produrre composti più semplici. Avviene attraverso degli enzimi di microorganismi viventi che traggono l'enenergia necessaria in assenza di ossigeno.

Vasche di fermentazione Vasche di fermentazione

Una fermentazione malcondotta può causare notevoli perdite qualitative e conferire difetti di sapore. Particolarmente importante è dunque il ruolo dei microrganismi pectinolitici nella rimozione dello strato di mucillagine. Sono state condotte diverse ricerche per studiare come la fermentazione comporti cambi qualitativi nel caffè nelle varie fasi della sua lavorazione.

Definizione di mucillagine

La cosiddetta “mucillagine” è lo strato aderente alla membrana pergamenacea, che a sua volta riveste il chicco. In gran parte composta da pectine, si degrada a causa di microorganismi che ne dissolvono la struttura.

Il percorso
del chicco verde:
dalla vasca al sacco

Le fasi successive alla fermentazione sono quelle del lavaggio e dell’essiccazione, a cui seguono altre fasi secondarie fino ad arrivare al trasporto vero e proprio del chicco verde.

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Essicazione
Pulizia
Sbucciatura
Crivellatura
Separazione densimetrica
Selezione elettronica
Stoccaggio
Trasporto
Sacchi

Essicazione

L’essiccazione può avvenire tramite esposizione al sole, con l’impiego di essiccatoi meccanici o con una combinazione dei due. Il procedimento deve essere graduale per avere omogeneità nell’asciugatura dei chicchi finali. Sono necessari livelli di umidità inferiori al 12% per evitare la produzione di micotossine e l’insorgere di sapori e odori indesiderati.

Il mercato

Il caffè, dopo il gas naturale, rappresenta la materia prima più esportata sul totale del valore mondiale delle esportazioni. Le dinamiche di mercato sono determinate dal commercio dei sacchi di caffè verde, gestito dai professionisti del settore come esportatori e buyer.

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Question

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La
tostatura

La
tostatura

Fra tutte le fasi incluse nell’industria di torrefazione, la tostatura segna il punto di svolta nel quale si modifica l’essenza del prodotto.

Le fasi
dell’industria
della torrefazione

Una volta arrivato negli stabilimenti di torrefazione il caffè verde viene riposto in silos di stoccaggio temporaneo, con l’utilizzo di elevatori o condotti. La fase di tostatura è anticipata dalla pulitura, per eliminare i materiali estranei che possono essere rimasti all’interno dei sacchi, e dall’eventuale blending (miscelazione).

Definizione di torrefazione

La “torrefazione” consiste nell’operazione di riscaldamento di semi alimentari a temperature elevate, al fine di consumare gli stessi o di utilizzarli in ulteriori elaborazioni. Con lo stesso nome viene indicato il locale in cui si compie tale operazione e dove il prodotto ottenuto è messo in vendita e talvolta degustato.

Definizione di torrefazione

La “torrefazione” consiste nell’operazione di riscaldamento di semi alimentari a temperature elevate, al fine di consumare gli stessi o di utilizzarli in ulteriori elaborazioni. Con lo stesso nome viene indicato il locale in cui si compie tale operazione e dove il prodotto ottenuto è messo in vendita e talvolta degustato.

Il processo di tostatura è l’essenza dell’industria di torrefazione.

Il processo di tostatura è l’essenza dell’industria di torrefazione.

Cambiamenti
fisici e chimici

La fase di trasformazione dal chicco verde al chicco tostato può durare da un minimo di 3 a un massimo di 20-30 minuti. Durante questa fase hanno luogo una serie di cambiamenti fisici e chimici che riguardano il colore, la forma, il volume, la massa, l’umidità e la densità, fra le altre caratteristiche del chicco di caffè.

L’impatto
della tostatura
sull’aroma

A determinare qualità, intensità e caratteristiche aromatico-gustative del caffè sono composti chimici appartenenti a diverse classi (tioli, solfuri, aldeidi, pirazine, dicarbonili, fenoli, furani e furanoni). La concentrazione di questi composti può aumentare in determinate fasi della tostatura, e diminuire in altre. L’acidità è un parametro che – raggiunto un certo livello di tostatura – decresce in maniera relativamente graduale, inversamente al gusto amaro.

Gusto Acido
Gusto Acido
Gusto Amaro
Gusto Amaro

Leggera

Mediamente
leggera

Chiara

Media

Mediamente
scura

Scura

Chicchi di caffè Chicchi di caffè in cesta Caffè solubile macinato

La
macinazione

La
macinazione

Le dimensioni e l’uniformità del macinato possono cambiare notevolmente il gusto e l’aroma di un’elaborazione finale, marcando la differenza fra una buona e un’ottima estrazione.

La macinazione ha lo scopo principale di aumentare la superficie specifica delle particelle di caffè a contatto con l’acqua, ottimizzando così la resa in estrazione delle sostanze solubili ed emulsionabili presenti nel caffè tostato. L’elaborazione macinata deve avere un’adeguata distribuzione della granulometria al fine di permetterne la corretta estrazione nel sistema prescelto.

Definizione di macinazione

La “macinazione” (o macinatura) è il processo di riduzione dei grani tostati di caffè in polvere, in frammenti o in piccoli granuli, tramite l’applicazione di forze meccaniche, al fine di facilitare la preparazione dell’elaborazione successiva.

Gli strumenti
di macinazione

La maggior parte dei macinacaffè offre una buona varietà di impostazioni per diversi profili di macinatura. Se a livello industriale vengono utilizzati macchinari calibrabili e potenzialmente operativi in forma continua, per l’uso privato e per altre realtà gastronomiche si sono diffuse molteplici tipologie di macinacaffè idonee a diverse varietà di macinatura.

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Macinacaffèper uso domestico
o commerciale

In commercio esistono differenti tipologie di macinini. Normalmente la macchina è costituita da una parte di deposito dei grani, da una di frantumazione degli stessi, da un sistema di accensione e di regolazione dei parametri ed eventualmente da una base per il campionamento o la raccolta.

La maggior parte dei moderni macchinari funziona tramite un timer per mezzo del quale si imposta il numero di tazze desiderate e il tempo di lavoro della macchina. Modelli più precisi permettono invece di pesare l’elaborazione in entrata e talvolta in uscita.

Strumenti dimacinazione industriale

I macinacaffè per la produzione industriale possono essere dotati di macine a disco o macine a rullo. Quelle a rullo sono composte da una o due coppie di rulli dentati, in serie, precedute talvolta da un altro paio di rulli per la pre-frantumazione. Questa tipologia di macinacaffè è solitamente impiegata per produzioni di piccole e medie dimensioni (50-500 kg/h).

I macinatori a rullo e a disco multisettoriali di ultima generazione sono quindi caratterizzati dalla presenza di macine interne, disposte talvolta su più piani di macinatura. Le macine possono differire per diametro, lunghezza e opzioni di calibratura.

Macinazione industriale e domestica

Vista l’attenzione posta nella qualità delle estrazioni, per i produttori di caffè e i baristi è doveroso dotarsi di strumenti versatili ed efficienti.

I macinacaffè per la produzione industriale possono essere dotati di macine a disco o macine a rullo. Quelle a rullo sono composte da una o due coppie di rulli dentati, in serie, precedute talvolta da un altro paio di rulli per la pre-frantumazione. Questa tipologia di macinacaffè è solitamente impiegata per produzioni di piccole e medie dimensioni (50-500kg/h).

I macinatori a rullo e a disco multisettoriali di ultima generazione sono quindi caratterizzati dalla presenza di macine interne, disposte talvolta su più piani di macinatura. Le macine possono differire per diametro, lunghezza e opzioni di calibratura.

I fattori qualitativi

L’operazione di macinatura è fondamentale per la buona riuscita dell’elaborazione finale. Negli ultimi anni ha acquisito crescente importanza il lavoro di regolazione del macinacaffè, a seconda del metodo di preparazione utilizzato dal barista.

I fattori qualitativi nella macinatura I fattori qualitativi nella macinatura

Principali variabili nella macinazione

Variabilità della miscela
La varietà e la provenienza dei chicchi possono cambiare la composizione e la durezza degli stessi.

Grado di tostatura
Le reazioni pirolitiche e la conseguente espansione del chicco ne influenzano l’elasticità e di conseguenza la durezza. Per disperdere i gas, è fondamentale un appropriato degassaggio del caffè (in silos).

Umidità dei chicchi tostati
La tempra in acqua genera chicchi con maggiore umidità residua, con diverse caratteristiche di frantumazione.

Macinacaffè impiegato
Ogni strumento di macinazione permette il controllo dei parametri e libertà di regolazione delle parti che lo compongono.

Il caffè istantaneo

Il caffè istantaneo è un prodotto elaborato composto da solidi solubili estratti dal caffè. Viene ottenuto da una particolare lavorazione del caffè tostato e macinato, con strumenti e tecniche specifiche. Le fasi principali sono quelle di tostatura, macinatura, estrazione, essiccazione.

Schema confezionamento del caffè
Caffè solubile macinato Caffè solubile Caffè solubile macinato

La
degustazione

La
degustazione

Dalla degustazione del caffè e dalla sua analisi sensoriale si può giudicare la qualità della miscela, l’efficacia del metodo di estrazione o la bravura del barista.

La preparazione
all'assaggio

Chi assaggia deve prima di tutto essere in una condizione fisica propensa alla degustazione (non appesantito o stanco) e avere cura di utilizzare i cosiddetti palate cleanser (acqua, latte, riso soffiato) fra un assaggio e l’altro per non sovraccaricare i sensi.

L’ambiente ideale per la degustazione professionale è caratterizzato dalla presenza di una generosa luce solare che non deprima le capacità olfattive, dall’assenza di odori estranei e in ultimo da una temperatura media di 20-24 °C e un’umidità del 50-70%.

La ruota dei sapori

Per la descrizione degli aromi rilevati durante la degustazione si usano termini specifici sviluppati nell’ambito della ricerca nel mondo del caffè. La ruota aromatica per la degustazione del caffè appare per la prima volta nel 1995 e funge ancora oggi da orientamento di base per la valutazione d’assaggio.

La terminologia della ruota

La terminologia utilizzata nella ruota dei sapori è definita nel World Coffee Research Sensory Lexicon la più grande ricerca mai realizzata sugli aromi del caffè. Ha dato luce a un nuovo vocabolario che identifica 110 aromi del caffè e fornisce all'assaggiatore i mezzi per esprimerne le intensità.

Aroma

Varietà di caffè

Provenienza

Aroma
Acidità dolce, aroma citrico
Gusto dolce
Sentori erbacei e di frutta secca
Corposità leggera, aromi floreali
Sentori fruttati, equilibrio fra dolcezza e acidità
Aromi floreali e di frutta secca
Jasmine, fiori d’arancio e bergamotto
Forte acidità, aroma citrico
Dolci note di vaniglia
Zucchero di canna, caramello
Aromi floreali e agrumati
Dolce e citrico
Grande corposità, acidità citrica
Frutti gialli e rossi
Typica
Bourbons
Catimors
Sarchimors
Villa Sarchi
Maragogype
Geisha
Caturra
Catuai
Jember
Pacamara
SL28
SL34
Villalobos
America Centrale, Jamaica, Asia
Africa, America Latina
Asia, America Latina
Asia, America Centrale
America Centrale
America del Sud
Panama, Etiopia
America Centrale e del Sud
America Latina
Asia
America Latina
Kenya
Kenya
Indonesia
Provenienza

Il
packaging

Il
packaging

Il confezionamento rappresenta la fase con la quale si rende il prodotto elaborato pronto per il suo acquisto e impiego in contesti di consumo.

La shelf life del caffè

Il caffè deve mantenere, per un intervallo di tempo stabilito dal produttore, un livello di sicurezza (food safety) e qualità organolettica ottimale in specifiche condizioni di conservazione.

Sebbene alcuni cambiamenti fisico-chimici durante la conservazione del caffè in grani e macinato siano considerati inevitabili, l’intensità e velocità con cui avvengono dipendono principalmente dalle condizioni ambientali, dalla modalità di confezionamento e dai materiali impiegati.

Seleziona una parte del
packaging per scoprire di più
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La shelf life del prodotto dipende dal tipo di caffè e dalle condizioni ambientali di conservazione: ossigeno, temperatura, umidità e luce.

I materiali

Oltre a essere una barriera contro ossigeno, temperatura, luce e umidità (permettendo il rilascio di CO₂ all’esterno qualora necessario), un buon packaging ha la funzione di preservare l’aroma del caffè evitando che si disperda e proteggendolo da odori esterni.

Il materiale del packaging cambia a seconda del prodotto ma deve sempre mantenere alcune caratteristiche fondamentali: essere chimicamente inerte, igienicamente sicuro e idoneo al contatto con gli alimenti.

Una volta aperta la confezione del caffè, inizia la “shelf life secondaria” del prodotto elaborato, decisamente più breve rispetto a quella del prodotto integro.

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La
storia

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Capitoli coinvolti

Cap. 1

Cos'è il 'caffè'? La definizione Sapiens

Scopri di più

Cap. 3

Il caffè come prodotto elaborato: le elaborazioni dell'industria

Scopri di più
VIII sec. - XIV sec.
Storia del caffè come
prodotto elaborato
Mortaio in legno africano
Il commercio arabo e le
prime presunte forme
di tostatura
Sec. VIII

Nel Secolo VIII il commercio arabo era già strutturato sia su una dimensione locale, sia su una dimensione internazionale.

La circolazione dei semi di caffè avveniva prevalentemente via terra o lungo il corso dei fiumi e vista la deperibilità del prodotto fresco, il trasporto doveva avvenire il più rapidamente possibile.

Padella per tostare il caffè, fine 800

In epoca tardo-medievale, le relazioni mercantili fra l’Etiopia e i popoli della Penisola Arabica meridionale si intensificano notevolmente e permettono l’introduzione della pianta e delle sue prime coltivazioni nell’odierna zona dello Yemen.

Fra il Secolo XIII e il XIV si diffondono le elaborazioni casalinghe e il caffè fa il suo ingresso nella storia come spezia dalla funzione energizzante e medicinale. Le prime bevande a base di caffè probabilmente venivano realizzate tramite la sola bollitura dei chicchi, dei frutti interi o addirittura delle foglie.

I primi strumenti noti per la tostatura dei chicchi di caffè erano quasi certamente delle sottili padelle di metallo o terracotta, circolari e spesso forate, diffusesi poi nel Secolo XV nell’Impero Ottomano e nella Grande Persia.

L’evoluzione della
tostatura e la conquista
dell’Europa
Sec. XV

Pellegrini e commercianti musulmani introducono il caffè in tutto il mondo islamico (Persia, Egitto, Turchia, Nord Africa) rendendolo un prodotto ambito ed economicamente redditizio.

Macina caffè antico

Gli arabi si consolidano come unici esportatori verso il Nord Africa e l’Impero Ottomano. Il monopolio ha un’importanza tale che ai mercanti viene impedito il trasporto verso altri Paesi a meno che i chicchi non vengano essiccati o bolliti per far perdere loro il potere germinativo.

Macina caffè antico
Sec. XVI

I primi incontri degli europei con il caffè avvengono verso la fine del Secolo XVI, periodo di fiorenti scambi (soprattutto a Venezia, Marsiglia e Smirne) con i mercanti arabi e turchi.

A partire dalla seconda metà del Secolo XVII, con il crescente successo dei cafè, coffee house e botteghe in Europa, si comincia a diffondere l’uso di macchine per la tostatura di maggiori dimensioni.

Il prodotto elaborato
nell’Età dei Lumi
1668

Il caffè arriva alla corte di Luigi XIV. Il sovrano ne apprezza il gusto e la preparazione. I francesi, nel periodo di massimo splendore delle loro colonie, si dedicano alla realizzazione di strumenti per la tostatura.

Tostatura caffé nel XVII secolo
Inizio Sec. XVIII

Compaiono le prime denominazioni del caffè quali “Java”, “Mokha” e “Bourbon” a cui sono associate caratteristiche e quotazioni di valore differente.
La classificazione e standardizzazione del prodotto crudo diventa gradualmente un’attività intellettuale svolta dai commercianti, che creano categorie capaci di condizionare a loro volta i consumatori.
Con la diffusione e l’exploit delle caffetterie nelle più attive città europee avviene il perfezionamento e adattamento degli strumenti per la torrefazione e la macinatura. Le dimensioni di questi strumenti si adattano a quelle dei locali pubblici che cominciano a torrefare in loco e servire un numero considerevole di bevande ogni giorno.

L’elaborazione del
frutto e del chicco nella
società industriale
Cartolina spagnola di inizio XX secolo

Il metodo storicamente più utilizzato per processare i frutti è quello a secco. Si può ipotizzare che il metodo di lavorazione a umido sia stato introdotto nelle Indie Orientali verso la fine del Secolo XVIII.

Grazie agli inglesi che esportarono diversi elementi del loro coffee apparatus, a partire dal Secolo XIX l’industria di torrefazione del caffè fa notevoli passi avanti anche negli Stati Uniti.

Economie di scala e
innovazioni nella
torrefazione

Si assiste a uno sviluppo senza precedenti delle macchine. Gli inventori tedeschi, francesi, americani e inglesi apportano miglioramenti continui al processo di tostatura e macinatura.

1871

Il primo macchinario in grado di tostare, macinare, pesare, confezionare ed etichettare il caffè in piccole confezioni di carta è inventato dall’imprenditore statunitense John Arbuckle e brevettato con il nome di “Arbuckle Ariosa”. A partire dagli anni Settanta cominciano a essere sperimentati anche i primi modelli di tostatrice industriale a gas.

1889

Carl Salomon di Braunschweig introduce una tecnica rapida di torrefazione, utilizzando il principio di ventilazione a gas caldo che riduce il tempo di tostatura a 20 minuti. Ottenere una tostatura veloce è da sempre l’obiettivo principale degli imprenditori europei.

Tostatura caffé nel XVIII secolo

sec. XIX-XX

Nel periodo a cavallo fra i due secoli si registrano i primi tentativi di invenzione del caffè istantaneo. Nel 1881 viene depositato il primo brevetto per il caffè istantaneo, registrato dal francese Alphonse Allais.
La torrefazione domestica va in disuso. Alcuni imprenditori cercano di fornire al consumatore caffè tostato (eventualmente macinato) di qualità, eliminando la faticdi tostarlo in casa.

1900

R. W. Hills inventa il processo di confezionamento sottovuoto che rimuove l’aria dalle confezioni di caffè, permettendo di avere un prodotto elaborato più fresco.

Dal Modernismo
al secondo dopoguerra

Grazie al lavoro incessante di inventori principalmente tedeschi e americani, il settore cresce ulteriormente prima delle due grandi guerre mondiali, per prosperare nuovamente in seguito. La lavorazione del caffè in piantagione raggiunge nei primi decenni del Secolo XX livelli di precisione sempre più alti. Ne sono prova il numero di innovazioni brevettate in questo periodo relative ai macchinari per le diverse fasi di processamento.

Macina caffè XIX secolo

Fine sec. XIX

Nei grandi stabilimenti sono utilizzate macchine industriali per la macinazione e altre per il confezionamento, con le loro specifiche aree all’interno degli stessi. Le macinature possono essere, in scala crescente: grossolane, medie, fini, molto fini e in polvere.

Malgrado il calo nei consumi dovuto a politiche di importazione più restrittive e ai periodi delle guerre, la torrefazione diventa un business remunerativo a seconda delle risorse a disposizione.

1903

All’inizio del Secolo XX vengono brevettati i primi modelli di tostatrici elettriche per caffè, uno dei primi, ad opera di George C. Lester di New York. Il vantaggio principale consiste nell’eliminazione dei fumi e dei vapori che possono trasferire al caffè odori e sapori sgradevoli.

Macinino

1920 / Packaging

Negli anni Venti si diffonde l’uso, da parte di Lavazza, del Pergamin, confezione con due strati di carta.

Nei primi decenni del Novecento sono di moda i blend di diversi caffè realizzati ad hoc per un determinato hotel, bar o ristorante. La meccanizzazione dà un notevole impulso anche alla realizzazione di macchinari a ciclo continuo per il confezionamento del prodotto finale, intero o macinato.

L’era degli accordi
internazionali

Negli anni successivi alla Seconda Guerra Mondiale, si entra a pieno merito nell’epoca in cui si cerca di regolarizzare il mercato globale del caffè.

A partire dagli anni Cinquanta, i principali torrefattori europei dominano il mercato come era successo durante la depressione in America. La verticalizzazione del processo produttivo è volta alla garanzia di una qualità riproducibile su prodotti sempre più diversificati e tecnificati.

1950

Una delle innovazioni più apprezzate nella produzione è l’utilizzo, a partire dai primi anni Cinquanta, del sottovuoto spinto per il confezionamento del prodotto elaborato, che permette una conservazione più lunga e una distribuzione più ampia del prodotto. Durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale, vengono anche sviluppati i processi di liofilizzazione, che contribuiscono alla popolarità del caffè istantaneo.

Impianto di torrefazione del caffè Impianto di confezionamento del caffè

1962

Nasce l’Organizzazione Internazionale del Caffè, sotto indicazione delle Nazioni Unite. Il 1962 è l’anno della prima negoziazione dell’International Coffee Agreement. L’accordo, riformulato nel 1968, vuole stabilire le quote di esportazione dei Paesi produttori e mantenere alti e stabili i prezzi sul mercato.

1971

Dal 1971 Lavazza impiega il sistema di confezionamento sottovuoto con Qualità Rossa.
Da metà del Secolo XX in poi, si ha un exploit di brevetti per elettrodomestici per la tostatura e l’elaborazione. Negli anni Settanta nascono le prime specialty coffee houses per intenditori, e nei due decenni successivi si registra la crescita dell’industria di caffè gourmet.

Confezioni vintage del caffè Paulista Lavazza

1975

La grande ondata di gelo che colpisce il Brasile causa il dimezzamento produttivo e un conseguente aumento del prezzo mondiale, che tocca nel 1977 il valore record di 3,30 dollari per libbra. Fra il ’75 e il ‘76 si negoziano i termini di un nuovo accordo.

1994

Viene firmato un nuovo accordo internazionale volto a una maggiore cooperazione internazionale e all’istituzione di tavoli permanenti per regolare domanda e offerta.

1990 / SINGLE PORTION

Sul finire degli anni Cinquanta, negli Stati Uniti, si registrano brevetti per un sistema in cui il caffè macinato e pressato viene racchiuso tra due strati di carta filtrante nella dose esatta per la preparazione di una tazzina di caffè con la macchina espresso. In Italia questo sistema verrà unificato nelle dimensioni e nella grammatura della soft pod nel 1998 con l’ESE (Easy Serving Espresso), che identifica uno standard comune a più torrefattori.

Molto importante per la storia del caffè single-serve è l’introduzione nel 1989 delle capsule in plastica con il sistema Espresso Point, il primo a marchio Lavazza.

Il caffè come prodotto
elaborato all’alba del
terzo millennio

All’inizio degli anni Duemila, il mercato globale del caffè è dominato dalle grandi aziende leader del settore. Il mercato ha avuto in questi anni una forte crescita, focalizzato sulla qualità del prodotto e sull’esperienza percepita dal consumatore finale.

Confezioni vintage del caffè Paulista Lavazza

2004

Il caffè è il prodotto più esportato in ben dodici Paesi nel mondo, ed è stato la seconda commodity per valore delle esportazioni dai Paesi in via di sviluppo, dal 1970 al 2000.

La preoccupazione per la sostenibilità ha investito come mai prima il settore della produzione di caffè, consolidando gli impianti normativi volti a regolamentare gli aspetti ecologicamente e socialmente più sensibili dell’industria produttiva.

Capitoli coinvolti
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Cap. 1

Cos'è il 'caffè'? La definizione Sapiens

Scopri di più

Cap. 3

Il caffè come prodotto elaborato: le elaborazioni dell'industria

Scopri di più